” Non può esserci progresso senza affrontare l’ignoto” Zaha Hadid

MAXII

Ieri, finalmente, sono andata a vedere il MAXII di Roma, è veramente spettacolare, sembra, in un solo momento, di essere arrivati a Parigi o in una capitale europea, comunque non in un panorama romano!….Finalmente dopo 12 anni Roma, può essere definita capitale Europea….Roma, una città ferma all’architettura del ventennio dell’ E42 si è messa al passo con i tempi con linee nuove ed avveniristiche quali quelle di Zaha Hadid. Varcata la soglia del cancello si accede ad una piazza “pubblica” dove sotto il portico “campeggia” l’opera meravigliosa di Gino De Dominicis “Calamità cosmica” del 1988, scheletro con un lungo naso dissacrante e ironico nei confronti della morte. Dalle ampie vetrate sotto il portico, si accede alla hall d’ingresso, dove la percezione dello spazio materico è definito dalle linee forza in movimento, dalla materia, pavimenti e pareti, dalla luce e dai colori dei percorsi. Tutto il resto sono dettagli. Quindi il risultato della mia percezione è stata la pulsione ad entrare lasciandosi guidare, da queste “linee forza”, nei meandri geometrici del museo. All’uscita, dopo una “veloce” visita di più di due ore, è stato piacevole sostare nella piazza antistante che ospita delle opere d’arte contemporanea permanenti. Sarebbe piacevole fermarsi oltre, ma le sedute sono poche e fanno pensare che Zaha Hadid non abbia desiderato che i visitatori sostassero troppo a lungo, e in fin dei conti, a pensarci bene, tutto ciò è perfettamente in linea con il concetto di movimento e dinamismo! [slideshow]

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