Vorrei che chiunque veda il mio lavoro senta qualcosa
quello che sentono non è rilevante per me
fintanto che sentono
Spero che i sentimenti emergenti
causeranno in coloro che vedono
delle riflessioni circa le idee che stanno dietro il mio lavoro …
L’accostamento delle tazze con le dita in ceramica
rappresentano un’idea in cui la quiete crea una sua propria volontà
dando la possibilità alla tazza
di decidere se restare o lasciare la scena…
Ronit Baranga
Sensuali, volti nascosti di delicate bellezze… toglie gli occhi a volti carichi di desiderio…. Mani, dita, bocca e lingua…. Entità che si ripetono e si accavallano nella scultura di quest’artista.
Tazzine in fuga, forse dalle bocche….forse da un mondo noioso, fatto da tavole imbandite e dalle solite credenze, in fuga….. verso nuovi scenari dove essere comprese…. scappano con la complicità delle dita…verso la libertà…
Ronit Baranga con abili capacità comunicative e artistiche riesce a dare l’idea delle bocche assetate, labbra screpolate, lingua arsa dalla sete come fossero anime dannate in un girone dantesco….
Artista israeliana, Ronit Baranga laureata in psicologia e letteratura ebraica presso l’Università di Haifa, Israele, ha studiato storia dell’arte all’Università di Tel Aviv e arti pratiche, tramite la scultura indaga il mondo del desiderio, del bisogno. Le sue ceramiche sembrano essere assettate, speranzose….Particolarmente noto è il suo progetto del 2008 per il concorso “Dining in 2015” designboom: Hybrid tea set.
Ed ecco che assistiamo ad una rivisitazione del classico rito del tè, rivisto in chiave antropomorfa: eleganti tazzine finemente cesellate da cui spuntano dita umane, in ceramica.
Le dita umane conducono verso i propri desideri, vengono ridefinite le relazioni tra gli oggetti e le mani dei consumatori. Le tazze sembrano entrare in contatto con gli esseri umani o forse si allontanano per seguire le loro aspirazioni…. altrove….
Maschere senza vita, icone di figure indifferenti entrano nella realtà con bocche umane. Le maschere sono vuoti umanizzati ,con l’espressione del gesto corporeo e i colori realistici delle bocche. Per l’artista la bocca rappresenta la porta del corpo: l’ingresso al cibo e, soprattutto, la via d’uscita per la lingua, il sentimento profondo.
Nelle sue sculture Baranga non esita a esprimere l’aspetto psicologico che le piace esplorare e risvegliarlo nell’osservatore; il suo lavoro è al confine tra la vita reale e l’irreale, per esplorare la complessità delle emozioni attraverso scenari che sono apparentemente incompatibili e si compenetrano a vicenda.
I vasi antropomorfi che sembrano avere sete di acqua, vivono un rapporto di completa armonia con i fiori…. le bocche che potrebbero mangiare… bocche che vorrebbero raccontare storie…..
http://www.ronitbaranga.com/