Tra specchi e riflessi : Viale Alemagna 6, Milano – Metro Cadorna
Una mostra organizzata da Belgium is Design sugli specchi e gli oggetti con superfici riflettenti creati da designer belgi e aziende locali e internazionali. “Reflections” presenta specchi di diversi formati e strutture. Ma anche oggetti che usano la superficie riflettente per generare giochi di luce spontanei o indotti.
“Belgium is Design” è una dichiarazione di passione per il design, che mette in evidenza le caratteristiche uniche dell’arte e dell’artigianato belga. “Belgium is Design” è quindi un’affermazione comune delle tre regioni del Belgio, che fondono le loro diverse caratteristiche culturali e sociologiche. Bruxelles, le Fiandre e la Vallonia ospitano designer e imprenditori di talento, superando le barriere linguistiche e culturali e formando uno stile unico. Da qui, la denominazione “Belgium is Design”.
Dal 2012, il design del Belgio ha scelto come sede dell’evento un luogo emblematico: la Triennale di Milano. Uno dei punti focali di Belgium is Design 2014 è Reflections, una rassegna che si sviluppa lungo due assi principali: gli specchi e le superfici riflettenti. Molti prodotti sono presentati per la prima volta, mentre altri sono il frutto di una riflessione meno recente ma non per questo meno attuale. E parlando di passato, è d’obbligo un riferimento storico fondamentale, un omaggio agli ingegneri di questo piccolo ma talentuoso paese che nel 1903 inventarono la lavorazione meccanizzata del vetro piano, aprendo in tal modo la strada alla produzione industriale dello specchio. Nel suo insieme, la mostra in Triennale è un omaggio corale al vecchio e al nuovo, attraverso una rassegna di oggetti che hanno la capacità di riflettere la luce e le immagini, sia letteralmente che incidentalmente.
Il primo gruppo di oggetti selezionati include specchi e specchiere di svariate forme e dimensioni. È sorprendente notare come questo materiale e questa tipologia attraverso la creatività progettuale diano adito a oggetti innovativi e ingegnosi che trascendono la funzionalità originaria rendendolo un prodotto attuale e versatile. Lo specchio si trasforma in appendiabiti, in accessori di moda, in ripiani o contenitori per oggetti e documenti, o addirittura in dispositivi per chi non ama confrontarsi con la propria immagine riflessa. Nel loro insieme, queste proposte testimoniano delle potenzialità di questo prodotto, suggerendo inedite soluzioni e significati che vanno ben oltre lo specchio con-o-senza telaio. Progettati esclusivamente da designer belgi, la maggior parte dei pezzi sono prototipi, prodotti o autoproduzioni realizzati da fabbricanti e aziende belghe, mentre altri fanno parte di collezioni internazionali.
Il secondo filone comprende quegli oggetti le cui superfici riflettenti creano giochi di luce spontanei o indotti. In questo caso la scelta dei materiali, le tecniche, i rivestimenti e le finiture – dalla lucidatura a specchio dei metalli fino all’utilizzo della vernice per auto e del vetro traslucido – intervengono per dar vita a lampade, mobili, accessori per la tavola e tessuti.
Nel suo insieme Reflections racconta la storia di un dialogo dinamico tra tradizione e progresso.
Lo specchio è un oggetto misterioso e carico di simboli. Spesso associato alla vanità e alla superbia, è allo stesso tempo un simbolo di attenzione, conoscenza di sé e riflessione. In molti antichi racconti popolari, miti e fiabe, lo specchio è un elemento ricorrente. Per l’uomo primitivo era qualcosa di magico. Dal tardo Medioevo lo specchio fa il suo ingresso nell’arte, come nel Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck o in Las Meninas di Diego Velázquez. Anche gli artisti contemporanei utilizzano lo specchio come strumento di introspezione: per contemplarsi (Louise Bourgeois), per decomporre la natura circostante (Robert Smithson) o per trasformare un oggetto di uso quotidiano in un’opera d’arte (Michelangelo Pistoletto). E, più di recente, Anish Kapoor con le sue superfici monumentali curve che riflettono immagini distorte giocando con piani concavi o convessi. Senza dimenticare Agnès Varda che spesso utilizza gli specchi nei suoi film…L’osservatore non può sfuggire al proprio riflesso, instaurando inevitabilmente un contatto diretto con questo strano oggetto. Lo specchio seduce e stabilisce un legame visivo, pur rimanendo impenetrabile e misterioso. Gli specchi sono gli unici oggetti che usiamo costantemente senza doverli toccare. Ci avete mai pensato? E in assenza di specchi nelle vicinanze, siamo sempre alla ricerca di altri oggetti in vetro o in metallo lucidato in cui specchiarci.
I materiali riflettenti sono dinamici e acquistano vita grazie all’incidenza dei raggi di luce. Attraverso il riflesso e l’angolo di rifrazione dei fasci di luce, l’ambiente circostante si presta a infiniti giochi di immaginazione. Gli specchi e i riflessi generano complementarità e contribuiscono a dar forma allo spazio. Le superfici riflettenti interagiscono con il contesto fisico in svariati modi, replicandolo o frammentandolo all’infinito. Ciò che sta dietro all’osservatore diventa visibile. Di conseguenza, non deve sorprenderci se così tanti designer siano attratti da questi fenomeni e sensibili alle potenzialità che essi scatenano a livello di ricerca e di immaginazione.
In Reflections, gli specchi giocano con l’immagine e il suo doppio e gli oggetti con i riflessi di luce. Ben lungi dal limitarsi a una semplice forma in vetro piano con o senza cornice, questi oggetti sono per la maggior parte progettati da designer belgi per aziende specializzate belghe, o prodotti in edizione limitata o autoprodotti, mentre altri provengono dalle collezioni di aziende straniere.
Alcuni specchi presentati in mostra sono caratterizzati da funzioni supplementari, servendo per esempio come appendiabiti (Aller-Retour), o per contenere oggetti o documenti (Maarten De Ceulaer), o per appoggiare lettere, portachiavi, cappello e guanti (Marina Bautier). Lo specchio di Damien Gernay ci fa fare un passo indietro nel tempo, ricordandoci lo stagno dove Narciso usava specchiarsi. E questa figura mitologica prende vita con una delle ultime collezioni della Delvaux, il classico Brillant – Le Rêve, completamente realizzato in vetro a specchio!
Ma ci sono anche coloro che non apprezzano la propria immagine speculare, come fosse un affronto da parte dell’amara realtà. Così Danny Venlet, che è anche l’autore della scenografia di Reflections, ha progettato insieme a AGC Glass Europe una superficie riflettente che contiene dei fori da cui fuoriesce la luce, in modo da generare un’immagine frammentata.
All’interno della seconda categoria di oggetti presentati nella mostra, il riflesso o l’immagine specchiata sono di secondaria importanza poiché si tratta di prodotti sviluppati con un’altra destinazione d’uso. È il caso del piatto da servizio a doppio fondo Calda/freddo di Leo Aerts per Alinea, realizzato in argento puro, materiale che assicura la più alta conducibilità termica, in modo da conservare la giusta temperatura – calda o fredda – dei cibi contenuti. L’argento è stato lucidato al fine di ottenere una perfetta superficie specchiante. Più il metallo è lucidato, più la luce viene assorbita, generando di conseguenza un forte riflesso. Come nell’ingegnoso Dodecaedro romboidale trasformabile di Xavier De Clippeleir. Jean-François D’Or per Vervloet; la lampada monumentale Coiling Light di Marie Gobert; il tavolino in vetro Twin di Stefan Schöning per FIAM Italia; il servizio da tavola Hollow ware di Nedda El-Asmar per Eternum e lo straordinario bruciatore di incenso Mabkhara per Zeri Crafts; la lampada da angolo della collezione Contrast di Julien Carretero per Victor Hunt; o l’applique disegnata da Jules Wabbes e prodotta da Wever & Ducré per Jules Wabbes Editions 2010; la lampada The Big Bubble in vetro soffiato di Dark; e la collezione Linked di Michaël Bihain, dove l’acqua all’interno dei contenitori in vetro genera riflessi supplementari. Ann Van Hoey ha optato invece per la brillantezza della vernice per auto per la finitura delle sue ciotole in ceramica. Decisamente anticonvenzionali, sono i tessuti cangianti di Luc Druez i cui fili riflettenti emanano luce nello spazio circostante.
Grazie alle caratteristiche riflettenti di svariati materiali si instaura un dialogo con l’utente, lo spettatore e l’ambiente. Le superfici sembrano prender vita a contatto con la luce. Questi oggetti testimoniano una ricerca progettuale di alto livello, nella loro atemporalità formale e nella loro sobrietà, nelle finiture e per la loro facilità d’uso. Tra questi vi sono novità assolute ma anche oggetti che sono sul mercato da dieci anni o più e che resistono al trascorrere del tempo. La selezione è stata operata contro qualsiasi logica di mode effimere e di tendenze passeggere, fondandosi piuttosto sulla carica empatica di tali oggetti e sulle emozioni suscitate in coloro che li osservano, esprimendo così un chiaro appello a favore del design sostenibile.
TESTO DI INGE VRANKEN I DESIGN FLANDERS
WWW.BELGIUMISDESIGN.BE