Come un turbante la struttura in ferro ferma il tessuto facendo si che la seduta si possa trasformare ad ogni stagione, semplicemente sostituendo il tessuto che è posato sull’imbottitura come un velo.
È fra le novità di Moroso che quest’anno si è davvero distinta in proposte elaborate intorno a progetti complessi, ma semplici e comunicativi, che rinnovano il design nei concetti, nei materiali e nelle forme.
L’ispirazione nasce da un gesto calligrafico, quasi arabesco, su una tela che ha un sapore d’oriente e si fonde con la volontà di risolvere una problematica ben conosciuta nel mondo dell’imbottitura: separare gli elementi dell’insieme per rendere il progetto sostenibile. La creatività è spinta dal desiderio di dissociare i materiali che compongono la seduta ed il risultato è un gioco di sertissage con le diverse entità tessili e di gomma piuma.
Una serie di progetti interessanti, quelli di Atelier Oï a questo Salone, accomunati dallo straordinario lavoro sulle superfici: progetti di meticolosa cura artigianale da produrre su scala industriale (B&B Italia, Louis Vuitton, Venini, Moroso). Lo studio svizzero rappresenta, da più di vent’anni, un raro esempio di lavoro di squadra: “Oï” è la parte centrale di “troïka”, la carrozza trainata da tre cavalli. Non sono semplicemente designer.
Sono coreografi rigorosi e magici che non si limitano a una sola disciplina, ma si occupano anche di architettura, interni. Un vero atelier.
http://www.atelier-oi.ch/