L’aspetto predominante del suo lavoro prevede l’impiego di materiali riciclati come componenti dell’opera d’arte: un processo ironico e irriverente di reinterpretazione, attraverso l’utilizzo di incisioni, lacerazioni e ricomposizione in cui gli oggetti si ritrovano trasportati in una nuova dimensione, completamente decontestualizzati lasciando la loro natura originale perfettamente integra.
E’ quasi come se questi oggetti avessero scoperto il loro ordine innato e predestinato in una nuova forma che permetta loro di esprimere pienamente se stessi.
La Marchioni non trasforma i materiali, piuttosto li incoraggia a sperimentare le loro possibilità visive più inattese, decostruire e ricostruire a piacimento, ricreando un senso di ordine, evitando il pericolo di interferire con il loro ordine originale e il mantenimento di un sano rispetto per la loro integrità. Il tempo è parte integrante del suo lavoro, la creazione di uno dei suoi pezzi richiede una quantità enorme di materiale di scarto.
Bisogna ricordare che questi oggetti sono effettivamente parti del sistema industriale, sono prodotti che devono essere acquistati e consumati, devono essere vissuti prima che raggiungano lo studio di Marchioni.
Questi oggetti vengono poi mantenuti e conservati nel corso degli anni dall’artista, in attesa di essere reinterpretati. Insieme con il tempo, il concetto di ripetizione è un altro aspetto fondamentale nella comprensione della sua ricerca.
Esteticamente, l’uso di plastica riciclata è una strategia con cui cogliere di sorpresa la nuda realtà, facendo uso di un materiale la cui assenza di valore è di per sé uno stato di libertà. Attraverso l’intervento dell’artista, questo materiale non è né gettato via, né distrutto, ma gli è garantita una nuova vita che non coinvolge la ricreazione, a dimostrazione che ogni oggetto possiede centinaia, addirittura migliaia di possibili riutilizzi.
Questa giovane artista con il suo progetto, risponde a un mondo che scarta e dimentica i suoi beni. Con Materiamorfosi, ricordandoci che ogni materiale scartato possiede una propria energia soggettiva, è in grado di dare origine a infinite soluzioni creative. (Tratto dalla sua presentazione)
Margherita Marchioni, artista e designer Romana classe 1977, crea splendide opere con materiali di scarto.
La designer è nota per le sue metamorfosi, collezioni di bijoux e non solo, realizzate con materiali di recupero, dalle bottiglie di plastica ai tappi, dai cavi alle matite colorate. Partendo da materiali semplici e di uso quotidiano ha prodotto straordinarie collezioni.
Vi invito a visitare il suo sito Materiamorfosi, con particolare attenzione alla sezione dedicata ai bijoux realizzati con le matite colorate che ricordano le sculture di Jennifer Maestre, Maria Cristina Bellucci e Paola Volpi.
La differenza tra gioiello e scultura è breve. Le collane, sono un vero indumento teatrale….
Immagini dei suoi ultimi lavori: da una collana realizzata con una rivista (loot, Mad museum, 2011)
Istallazione rappresentata da un’opera di bottiglie in plastica realizzata per la rinascente di piazza del Duomo a Milano nel 2011
L’opera dei due cigni, è l’ultimo pezzo realizzato il mese scorso a New York con 9 kg di chiodi.
L’opera colorata è di cannucce e stuzzicadenti, Fundacion Valparaiso, Spagna 2012.