“…. il bianco non è tanto un colore quanto l’assenza visibile del colore e, al tempo stesso, la fusione di tutti i colori; è forse per questi motivi che c’è una così muta vacuità, piena di significato, in un vasto paesaggio nevoso…”
Moby Dick Capitolo XLII
LA BIANCHEZZA DELLA BALENA
E’ forse perchè con la sua indefinitezza, adombra i vuoti e le immensità disumane dell’universo e, in tal modo, ci colpisce alle spalle con il pensiero dell’annullamento, quando contempliamo le bianche profondità della Via Lattea? O è forse perché, nella sua essenza, il bianco non è tanto un colore quanto l’assenza visibile del colore e, al tempo stesso, la fusione di tutti i colori; è forse per questi motivi che c’è una così muta vacuità, piena di significato, in un vasto paesaggio nevoso – un incolore onnicolore d’ateismo dal quale rifuggiamo? e quando consideriamo quell’altra teoria degli scienziati, secondo la quale ogni diversa tinta terrena – ogni imponente o aggraziata coloritura – i dolci riflessi dei cieli e dei boschi al tramonto; si, e i velluti dorati delle farfalle, e le guance di farfalla delle giovanette, non sarebbero altro se non inganni sottili, non veramente inerenti alle sostanze, ma deposti su di esse dall’esterno, così che ogni cosa la natura che abbiamo deificata dipinge né più né meno che una prostituta, i cui allettamenti non fanno altro che nascondere l’intimo corrompimento; e quando, procedendo oltre, consideriamo che il mistico cosmetico il quale produce ciascuna tinta, il grande principio della luce, rimane perennemente bianco e incolore in sé, e che, ove operasse senza tramiti sulla materia, toccherebbe ogni oggetto, persino i tulipani e le rose, con la sua tinta senza colore – quando consideriamo tutto questo, l’universo ammorbato sembra disteso sotto i nostri occhi come un lebbroso; e come il viaggiatore ostinato in lapponia, che rifiuta di portare occhiali colorati e coloranti, allo stesso modo il povero infedele perde la luce degli occhi fissando il monumentale sudario bianco che avvolge ogni aspetto del mondo che lo circonda. E di tutte queste cose la balena albina era il simbolo. Vi stupisce dunque la caccia accanita?…(Moby Dick cap. XLII )
Vinicio Capossela La Bianchezza Della Balena Marinai, Profeti e Balene (2011)
Sebbene sia bianco il signore degli elefanti bianchi Che i barbari Pegu pongono sopra a ogni cosa E bianche le pietre che i pagani antichi donavano in segno di gioia, per un giorno felice Bianche cose nobili e commoventi, Come i veli di sposa L’innocenza, la purezza, la benignità dell’età Sebbene abiti bianchi vengano dati ai redenti Davanti a un trono bianco, Dove il santissimo siede, bianco come la lana Sebbene sia associato a quanto di più dolce, Onorevole e sublime La bianchezza della balena Niente è più terribile di questo colore, Una volta separato dal bene, Una volta accompagnato al terrore La bianchezza dello squalo bianco, L’orrida fissità del suo sguardo che demolisce il coraggio La fioccosa bianchezza dell’albatro, nelle sue nubi di spirito La bianchezza dell’albino bianco E cosa atterrisce dell’aspetto dei morti se non il pallore Bianco sudario colore? Spettri e fantasmi immersi in nebbie di latte Il re del terrore avanza nell’apocalisse Su un cavallo pallido E pallidi i cappucci della pentecoste E il mare nel suo richiamo abissale Nell’antartico, bianco sconfinato cimitero, il bianco sogghigna nei suoi monumenti di ghiaccio Il pensiero del nulla si spalanca nella profondità lattea del cielo Bianco l’inverno bianco, la neve bianca, bianca la notte Bianca l’insonnia bianca, la morte bianca e bianca la paura è bianca L’universo vacuo e senza colore Ci sta davanti come un lebbroso Anche questo è la bianchezza della balena La bianchezza della balena Capite ora la caccia feroce? Il male abominevole, l’assenza di colore.
Video La Bianchezza della Balena Vinicio Capossela