“È come rendere eterni i luoghi che visito, come scattare una foto”
Sospese tra tradizione e modernità, le sue creazioni sono ispirate alle distese rigogliose dell’America del Sud.
Le foto Alexandra Kehayoglou le scatta ai paesaggi della sua Argentina, ne riproduce i pascoli, la lussureggiante vegetazione, il muschio, gli arbusti, le acque, le foreste, i ghiacciai. Lo stile che ha creato è un’astrazione di paesaggi del suo paese. Colori caldi e suggestivi per tappeti che possono diventare coperte o arazzi o molto di più.
“Vorrei che tutti quelli che osservano i miei pezzi si sentissero come se stessero per entrare in un nuovo contesto. I pezzi sono grandi e paiono estendersi all’infinito. Sono destinati ad essere i portali che hanno il potere di condurti lì dove si trovano i tuoi ricordi”.
Per realizzarli Alexandra utilizza lana di scarto dell’azienda di famiglia (la sua famiglia è leader nella produzione di moquette in Argentina) e dice che questo è il modo per mantenere il legame con le sue origini greche, con i suoi nonni e con le tradizioni di tessitura dei tappeti ottomani. Di origine greca, la designer ha la tessitura nel Dna. I suoi nonni gestivano una bottega a Isparta, nell’attuale Turchia. Scappati a Buenos Aires, a causa della guerra, sono riusciti negli anni a costruire un piccolo impero. Oggi El Espartano, il loro brand, è un vero punto di riferimento nel panorama del design.
Attraverso il computer traccia un bozzetto, che poi viene riprodotto su tela. La tecnica impiegata è quella del tufting, tradotto ciuffo, che grazie a una speciale pistola permette di affondare i vari fili nella stoffa. Questo metodo consente di comporre prodotti personalizzati, perché ogni tappeto è lavorato con lana naturale rigorosamente argentina, recuperata dagli scarti di produzione.
Come una moderna paesaggista, Alexandra ritrae i ghiacciai della Patagonia, ma soprattutto i pascoli della sua infanzia, dando vita alle pampas, gli sconfinati territori dei Gauchos. I tappeti più poetici sono le isole verdi a forma di otto e quelli effetto prato. “I miei lavori vengono considerati come delle opere d’arte naturalistiche e alcune – Refugio para un recuerdo, in particolare – regalano con la loro tridimensionalità l’illusione di entrare in un sogno. A molti l’accostamento di un tappeto con l’arte potrà sembrare eccessivo, ma a questi oggetti letteralmente “terreni” viene tributata un’attenzione sempre maggiore”.