Puoi tu, come lui, distendere i cieli e farli solidi come uno specchio di metallo?
(Giob 37,18)
“Lo specchio, dunque, incarna una valenza negativa o positiva secondo i casi: in esso ci si perde e ci si riconosce, si scopre ciò che è fugace (la bellezza) e ciò che è eterno (l’essere), si distingue il dissimile dal simile.” “Il riflesso pone comunque il soggetto davanti a un altro sé stesso. Lo specchiarsi diviene dunque l’occasione per riconoscersi, scorgere un dettaglio inatteso, persino disconoscersi. Lo specchio è anche una porta tra due mondi, di cui uno è quello conosciuto, l’altro un universo parallelo talvolta legato al regno dei sogni, dei morti o degli inferi….”
Il rimando con il dipinto nel quale si rispecchia il vero se stesso è immediato e non solo metaforico dal momento che lo specchio in questione porta esplicitamente il nome del celebre personaggio di Oscar Wilde.
Si chiama Dorian Mirror ed è una geniale idea di Martin Hirth.
Si tratta di un solo foglio di acciaio lucidato a specchio e piegato ad arte, con finitura argento, oro oppure azzurra e disponibile in due misure.
La particolare piega del foglio metallico consente di controllare il proprio viso da diverse angolazioni, per non perdere nessun dettaglio. O dell’introspezione, magari…..
www.martinhirth.com/