…il suo sentire le cose, il suo guardare attorno a sé senza limiti di tempo e di spazio alla ricerca di risposte sull’universo, la natura umana, l’arte, il mistero della vita. (Antoni Tàpies)
Il fascino nato dall’apprezzamento dell’arte primitiva nel suo aspetto esteriore: la patina, le cromie crostose, l’aggiunta di materiali eterogenei in maschere e feticci, ha dato luogo, come sappiamo, in artisti di estrazione eterogenea e in epoche diverse, come Burri, Baj, César, Tàpies, e altri, ad uno spostamento di interesse verso la materia quale ragione principale, e in alcuni casi, unica dell’opera, dando vita alla cosiddetta, Arte materica.
In quest’ottica, a mio avviso, si può approcciare l’opera di un giovane artista trentino, Alex Cattoi. La sua ricerca trova ispirazione nelle forme della natura, della terra, nell’immaginario legato a civiltà antiche e a mondi scomparsi. Colori sbiaditi e graffiati, patine e cromie crostose, attribuiscono valore alle imperfezioni accettandone la presenza di una variabile incontrollata quale l’inesorabile trascorrere del tempo.
La materia con Cattoi assume dunque un ruolo da protagonista. Partendo dall’aspetto esteriore simile al bronzo che naturalmente con le sue fasi di ossidazione vira verso tonalità verdastre. Cattoi si orienta infine verso l’uso del bitume di Giudea, composto chimico che nell’Ottocento fu utilizzato come supporto per lo sviluppo della prima fotografia eliografica.
Dice Cattoi di se: “Le figure arcane che rappresento evocano il mondo enigmatico dell’archeologia, ove forme ricorrenti cercano risposte al mistero della vita. Rifacendomi non solo a civiltà terrestri, ma immaginando creature e forme di altri pianeti, sconosciuti alla mente dell’uomo, desidero porre ancora una volta la fatidica domanda che tanto angosciò gli artisti del passato: “Da dove veniamo?”.
La forza evocativa delle sue opere infatti sgorga dalla loro fisicità, dalla solitudine, dalla loro tensione emotiva. Concludo con le parole di Antoni Tàpies che affermava: quando crediamo di potere, di punto in bianco, lavorare su di una determinata idea, ci accorgiamo che anche l’opera comanda, perché ha le sue leggi – interne ed esterne – di sviluppo. Si ribella e ci impone le sue condizioni come i personaggi di Pirandello. Come ovunque vi sia vita, si svolge un dialogo tra l’autore e la materia della sua opera. All’inizio lo scopo non è sempre chiaro: il cammino si forma sotto i passi.
(Photo concesse dall’artista)
www.alexcattoi.com/