… i costumi sono “architetture effimere”
“temporaneamente distorcono la vera natura del corpo”
Keens Douglas
La collezione Ecstatic Spaces si basa su un processo di trasformazione.
Lo scorso anno ha completato la sua tesi di Master in Architettura presso l’Università di Waterloo in Ontario, Canada.
Tara Keens Douglas ha presentato una serie di costumi di carnevale in carta piegata e corda ritorta come parte della sua tesi di master.
Il suo lavoro di progettazione è stato scelto per la mostra collettiva presso la Gallerie di Cambridge in Ontario, Canada.
Sfida la rappresentazione architettonica attraverso costumi che incarnano le esperienze di trasformazione del Masquerader. I costumi sono indicati come quattro operazioni di appropriazione, esagerazione, immersione e sublimazione. Sono tutti strumenti di comunicazione, un mezzo tra corpo e spazio. Ogni persona trasforma il corpo durante il carnevale, attraverso il suo travestimento e la sua estensione. Insieme producono un’esperienza fuori dal corpo. Il Carnevale di Trinidad è stato introdotto dai francesi e adattato da diverse popolazioni del Trinidad. Nel festival, tutto è a testa in giù e dentro e fuori. Questa inversione è espressa in una risata. Gli abitanti di Trinidad comunicano attraverso la natura giocosa e sensuale del costume di carnevale. Essi descrivono umoristicamente le difficoltà del mondo politico.
E’ il costume contemporaneo femminile nel Carnevale che sfida maggiormente le convenzioni. Ecco il perché della scelta della forma femminile.
Ho iniziato con il costume dal titolo ‘appropriazione‘, un costume drago per il Carnevale contemporaneo femminile. Esso imita la natura aggressiva del costume drago e si fonde con il corpo altamente sensuale. Ho usato le forme astratte che evocano il drago. Ho modellato e manipolato, tirato, cordonato, e strappato fino a raggiungere la forma desiderata.
I quattro disegni dei costumi sono grotteschi, riportando esagerazioni estreme e insondabili rappresentazioni del corpo, violando il corpo classico idealizzato. I costumi sono effimere architetture – fragili e portatili. Essi temporaneamente falsano la vera natura del corpo, trasformando chi lo indossa, forse rivelando nuove nature dell’essere.
Creano una nuova “facciata”, o sottolinearno ciò che è già in gioco. Essi sono, in un certo senso, l’architettura della persona.
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