…..misurare lo spazio tra l’essere individuale e l’aspetto costruito….
LaMonte registra il territorio tra la pelle nuda di una donna e la superficie del suo abbigliamento, un vortice femminile di drappeggi e ruches “. Attraverso la sua trasparenza, il vetro rivela simultaneamente i contorni del corpo e della couture applicata.
Il corpo vuoto si trova all’interno di abbigliamento, forse imprigionato in esso. Dalle parole della LaMonte: “l’abbigliamento irradia fisicità achi lo indossa come un guscio scartato o uno strato più esterno della pelle. Diventa la nostra seconda pelle, la nostra pelle sociale”. L’abbigliamento è una sorta di vaso o contenitore. Dal punto di vista dell’estetica occidentale, il lavoro della LaMonte è intrigante.
Le sculture potrebbero anche essere descritte come case di vetro, primati fragili di abitazione umana.
Ogni abito è una sorta di ritratto. E negli abiti cerca un look cliché iper-femminile.
LaMonte mette in uno stampo a base di abbigliamento e riempie gli interstizi con vetro caldo.
…per un momento lo spettatore è entusiasta, perplesso senza parole….si ferma a contemplare una vera esperienza visiva…..
Karen LaMonte ha iniziato a utilizzare l’abbigliamento come una metafora d’identità e di esplorazione del corpo umano già nelle sue prime sculture in vetro soffiato di burattini e marionette poco dopo essersi laureata alla Rhode Island School of Design nel 1990.
La mostra pensata per gli spazi della Bevilacqua La Masa a San Barnaba, curata da Stefano Cecchetto ha presentato le opere di questi quattro artisti configurandosi come una sorta di architettura d’interni; attraverso il vetro, si rende visibile un altro luogo, o meglio un’altra parte dello stesso luogo. In particolare i vestiti di Karen Lamonte erano vere presenze, inquietanti fantasmi della memoria che sembravano voler uscire dalla stanza del caminetto per proseguire un viaggio di appartenenza e di identificazione con le altre stanze e con gli altri ospiti che le abitavano.
Ha partecipato a molte esposizioni museali. Un esempio eccellente delle sue prime ricerche è Bottiglia Clothesline (1995). Il Museo d’Arte Tucson ha invece una sua collezione permanente.
Di recente, il suo lavoro è stato esposto al Museo di Arte Chrysler a Norfolk, VA ed è stata acquisita dalla Smithsonian American Art Museum.
Lei continua a vivere e lavorare nella Repubblica ceca.
www.karenlamonte.com/