“La funzione estetica è molto di più che un semplice ornamento alla superficie delle cose e del mondo, come a volte si pensa. Agisce profondamente sulla vita della società e dell’individuo, concorre alla guida del rapporto – sia passivo che attivo – dell’individuo e della società con la realtà che li circonda”
Jan Mukařovsky (tratto da Chiara Scarpitti blog)
CONCEPT. Ushabti ss2016
Qual’è il limite tra la vita terrena e quella ultraterrena e come il gioiello può superare questo limite e accompagnare il nostro copro verso una diversa dimensione mistica? Similmente agli antichi processi di mummificazione egizi, il nostro corpo ancora ora prova a preservarsi nel tempo, sfidando la morte. La collezione Ushabti è il tentativo di adornare (e bendare) il corpo con immagini simboliche, insetti, api, scarabei e pietre preziose grezze, frapposte all’interno di componenti tessili, come antiche passamanerie e frange. I gioielli vengono indossati come degli ornamenti sacri che circuiscono il corpo, lo avvolgono, attraverso una vestizione particolare che ne enfatizza la gestualità dell’indossare.
Il vocabolo Ushabti in antico egiziano significava “quelli che rispondono” ed erano delle piccole statue che costituivano un elemento integrante ed indispensabile del corredo funebre. Gli Ushabti anticamente erano degli oggetti magici che accompagnavano il defunto nel suo viaggio nell’aldilà e vegliano su di lui, proteggendolo.
Il gioiello è inteso qui come dispositivo esistenziale e la sua capacità quindi di interloquire con l’altro, rispondendo o ponendo delle domande, è messa in primo piano. I riferimenti antropologici della collezione sono legati dunque all’antica ritualità egiziana di bendare i morti e inserire tra le bende amuleti come scarabei, pietre preziose, api, e uccelli. Nell’antico Egitto lo scarabeo era simbolo della resurrezione. Dal volo degli uccelli si presagiva invece il futuro. Le api infine sono simbolo di fertilità e fortuna.
Dischi solari, gioielli che circondano il corpo, colletti, frange, elementi fluidi, si anima- no col movimento del corpo. Argento ossidato, oro, plexiglass, seta, passamanerie, tecniche digitali e manifatture tessili si uniscono per creare degli ornamenti ibridi, al confine tra gioiello e bodyjewel.
Le immagini cucite nel plexiglass sono realizzate in stampa digitale e provengono da una lunga ricerca d’immagini d’archivi antichi risalenti al 1700. Tutti gli elementi sono progettati secondo processi produttivi differenti e poi sono ricomposti e riassemblati a mano.
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