Immenso e rosso
Immenso e rosso
Sopra il Grand Palais
Il sole d’inverno viene
E se ne va
Come lui il mio cuore sparirà
E tutto il mio sangue se ne andrà
Se ne andrà in cerca di te
Amore mio
Bellezza mia
E ti ritroverà
Là dove tu sarai.
Jacques Prévert
Nonostante sia da molti considerato il diretto erede di Andy Warhol e della Pop art, Jeff Koons è ben lontano dagli eccessi che hanno caratterizzato i suoi predecessori. Uno degliartisti viventi più quotato al mondo. Le sue opere, di grandi dimensioni hanno un’immancabile nota kitsch, dovuta anche all’utilizzo di materiali come la plastica gonfiabile e ai colori fluo.
Jeff Koons è l’artista che in trent’anni di carriera ha scelto la provocazione per la sua arte. Basti ricordare quando negli anni ’90 scandalizzava la Biennale di Venezia con la serie di quadri hard dove si auto-ritraeva in amplessi soft-porn con Cicciolina, all’epoca sua moglie, da cui ha avuto un figlio, Ludwig, oggetto di famosa battaglia. Da quel momento Koons ha preso la strada stilistica dei giocattoli, convertendosi al mondo ludico di pupazzi giganti e bambole in technicolor. Nel 2001 il presidente Jacques Chirac lo nominò “chevalier de la légion d’honneur”.
Nella sua creatività Jeff Koons ha il merito di aver rinnovato l’eredità dei ready-mades di Duchamp, del Dadaismo e della Pop art. Lo ha raccontato molto bene la mostra antologica ospitata presso la Fondazione Beyeler, la prima mai ospitata in Svizzera, dove sono sfilati circa 50 lavori che condensano tre gruppi nodali di opere – “The New” (risalente agli anni 1980-1987), “Banality” (1988) e “Celebration” (dal 1994 su cui ancora oggi sta lavorando) – considerate dall’artista le tappe decisive nell’evoluzione della sua arte.
La cifra stilistica di Jeff Koons è la sua aspirazione a comunicare con le masse, elaborando con sagacia e acume un vocabolario visivo preso in prestito dalla pubblicità commerciale e dall’industria dell’entertainment, ma portando al limite estremo il confine tra linguaggio artistico e cultura popolare.
Protagonisti i temi familiari legati al passato, “celebra l’essere bambini e il tempo dell’infanzia, sviluppa motivi che richiamano i compleanni e le usanze della festa e ricorre a una forma scultorea monumentale che, stilizzando i tratti, dà vita a figure iconiche”. Così il museo si trasforma in una sala da feste per compleanni, come dimostrano i dipinti “Party Hat” e “Cake”, le figure “palloncino” “Balloon Dog (Red)”, “Tulips” e “Moon (Light Pink)”. Giochi e regali sono il soggetto del magistrale dipinto “Play-Doh” e di “Shelter”, fino alla gigantesca scultura “Hanging Heart (Gold/Magenta)”, in acciaio inossidabile altolegato e cromato ma che sembra proprio gomma gonfiata…. E viene voglia di abbracciarlo.
www.jeffkoons.com/